Sin da piccola mi sono accorta di essere diversa da loro. E le persone aggressive non sono petulanti, quella è un'altra specie ancora.
Aggredire corrisponde al latino AGGREDI, con AD che indica la direzione e GRADI, andare, camminare. GRADUS vuol dire passo che a sua volta deriva dal sanscrito GRDH-YATI, andare verso appetire. Non vuol dire botte, rispostacce, invettive, vuol dire passo, vuol dire andare avanti. E forse questo, una mite come me non ha mai capito: l'aggressività non è nulla di personale, è un particolare tipo di moto. Vorrei che restassero qua fermi con me gli aggressivi, e invece aggrediscono, vanno avanti. All'inizio voleva dire andare verso una persona per parlare. Questo succede spesso a una parola che cambiando di senso, cambia la realtà stessa. Vedevamo avvicinarsi una persona e la accoglievamo come aggressore. Forse Caino voleva solo scambiare due parole con Abele. Ma abbiamo avuto paura di Caino e Caino se n'è accorto e ha avuto paura di noi ed è diventato un aggressore.
Forse le persone aggressive bisognerebbe lasciarle camminare, a lungo, per l'intero periplo, bisognerebbe lasciarle correre, assalire il vuoto che combattono e forse aggredire tornerebbe ad avere il significato che avevo all'inizio, prima di diventare una parola così aggressiva.
(Stamattina ho trovato questa frase di Rumi: "Raise your words, not voice. It is rain that grows flowers, not thunder.” E mi ricordo mio padre che dopo aver sbraitato mi guardava tremare come una foglia dicendo con sufficienza "non temere, le mie urla sono come il tuono, vedi? non fa niente, è solo suono. E invece no, non è solo suono).