giovedì 13 luglio 2017

rosario

Sono quindici diecine di Ave Maria, con un Pater Noster al principio di ciascuna diecina - non sia mai che si inizia a onorare la Vergine senza prima onorare il Padre - e poi un Gloria alla fine in onore del mistero della reincarnazione. 

(Gloria, per me per sempre il nome di un travestito, il vero miracolo della reincarnazione). 

Così sei tu, che ti chiami rosario, ma in un'altra lingua, hai un nome che si chiude con la o, quelli che mi hanno insegnato sono i nomi maschili. Ma tu hai corpo di donna.
Ricordo già che per me era stato un passaggio difficilissimo accettare che Andrea con la A fosse un nome maschile. Poi dopo mesi di duro lavoro scopro che la cugina? sorella? fidanzata? di Brandon, in Beverly Hills si chiama Andrea. Ci avevo pensato settimane. Potevo sopportare un già ambiguo Alice, ma Andrea, come poteva mai essere una donna? Come poteva essere il nome di un uomo e di una donna? Cosa nascondeva sotto i vestiti? 

Tu sei l'ennesima incarnazione di qualcosa a cui non so dare ancora un nome: per oggi è il tuo, che è un rosario usurato da chilometri e chilometri di migrazioni, proviene dalla terra nuova, è andato e tornato, come nella concia di pelle: alla pomposità barocca di rosario è stato tolto il pelo, l'odore, le imperfezioni cutanee, fino ad avere solo un piccolo nome esotico, minuscolo, dolce, potente come l'uranio, di cui si intuisce la fosforescenza ma non la dannosità. 


Camminando fianco a fianco, entriamo nella foresta, conquistiamo alcuni tornanti, camminiamo come ninfe del bosco. tu hai una voce profonda, più profonda della foresta, come una caverna umida di letture e intuizioni. Conosci il libro, le vite dei santi, mi dici con la gioia che trabocca dalle dita che la madonna ha concepito un'idea e partorito carne, che il rosario in realtà ricalca la cinta uterina. 

Mentre la luce filtra tra i rami del bosco io comincio a sgranare il mio rosario - accidenti a dio che hai un compagno e tre figli, accidenti alla madonna che hai un compagno e tre figli, accidenti al clero che hai un compagno e tre figli di cui uno da poco uscito dal tuo utero miracoloso - intervallata da un'invocazione della Madonna dell'Ormone che mi distolga lo sguardo dal tuo corpo - un'incarnazione di tessuto tutto denso d'amore - e chiudendo ogni diecina con un Gloria al fatto che tra poco parto e ho qualche speranza di dimenticarti. Scendiamo di nuovo la montagna, io provo a cambiare strada, ad allontanarmi per poter dire il mio rosario a voce un pochino più alta. 

Non aspettavo altro: era quell'odore d'estate, era che c'era luce fino a tardi e tutto prendeva un bagliore appena prima del tramonto che mi dava speranza, mi faceva felice. Mi sembrava l'unica cosa sensata da fare con l'oratorio, seguire la massa di gente in processione dietro la madonna con decine di candele, a recitare le preghiere con quel tono lagnoso che solo i cattolici sanno intonare. Quello era un vero rituale: per strada, imprevisto, anarchico, un'apparizione inesorabile. E mia nonna mi aveva anche regalato un incredibile rosario fosforescente che tenevo alla luce della lampadina per avercelo pronto alla sera. Poi cominciava la resistenza. Il gioco era ovviamente arrivare fino alla fine e dire tutte le ave marie. Al tempo lo facevo per quel motivo e perché ero felice di fare parte della squadra di matti.

Dentro quella lagna però, oltre a me che ci entravo per spirito di sfida, c'erano perlopiù persone che scioglievano il dolore nella voce, sgranando il rosario, ogni grano una rosa, il fiore di Maria. Ogni rosa tanti petali che si aprono (o si chiudono?) uno dentro l'altro.
Dentro in fondo capivo che eravamo tutti lì a ripetere delle preghiere con tono sempre uguale camminando perché nella disperazione - una disperazione che conquisto un giorno alla volta, un grano dopo l'altro - tanto valeva fare anche quello. Del cattolicesimo sembra essere il gesto più inutile e poetico. 
Non ne ho viste più a Milano di apparizioni del rosario, dove sono finite? E dove sono finita io? Perché ho rinunciato a tanto spettacolo? Perché sono finite le apparizioni?

Scendendo dalla montagna, visitiamo il santuario dove dicono sia apparsa la Madonna. Tu mi racconti che alla bambina a cui è comparsa, la Madonna ha detto "sono venuta per portare la felicità su questa terra" e poi mi sveli altri fatti di cui sei ovviamente a conoscenza: che il solito prete è venuto a cercare di convincerla a cambiare versione, che era troppo provocatoria questa madonna felice in terra. Che la bambina ha dovuto smettere di andare a scuola perché assediata dai fedeli che chiedevano un'intercessione (concetto tipicamente italiano in cui si chiede una raccomandazione anche a Dio).

Sono qui che sgrano ogni giorno il mio rosario di sessanta minuti poi di ventiquattro ore, quando mi appari - in un giro di pensieri, in un fiore, nella voce di un cantante cileno - conto fino a tre e poi penso ad altro - anche agli orari del treno -, se non ci riesco prendo le mie chiavi di casa dove ho appeso una diecina e comincio a toccarle e farfugliare la prima cosa che mi viene in mente - anche gli orari del treno. Per caso due grani di questo rosario sono rimasti vicini a una fonte di calore e si sono fusi insieme. E questo è bellissimo.