mercoledì 27 marzo 2013

FIDANZARE

Non mi ricordo la prima volta che ho sentito la parola fidanzato pronunciata nella mia vita. So che l'ho spesso sentita depotenziata, camuffata in circostanze svuotate di solennità: è il suo fidanzatino, dicevano i grandi, definendo l'orizzonte romantico del mio naturale ossessivo comportamento pan-erotizzante commovente e puro nei miei cinque anni.

Il mio fidanzatino dei cinque anni, l'unica vera esperienza d'amore incondizionata finora provata, era un amore grande. Non aveva coscienza di sè, non aveva fede, credo di non aver mai passato così tanto tempo a fissare negli occhi un uomo come quando avevo cinque anni.

Ho saputo che era il mio fidanzatino quando ci hanno separato, perchè mi hanno spostato dalla mia città d'origine. In quel momento, lui era qualcosa, era un fidanzatino, terribile il potere dei nomi di frantumare un'esperienza.

Poi dopo, quando gli ormoni chiedevano chiarezza e corpi, fidanzato è diventato una parola fantasma. C'era un tacito accordo tra uomini e donne, un accordo di cui tutte le donne erano misteriosamente al corrente, che imponeva di non pronunciare la parola fidanzato. Colpevole chi avesse messo la parola fidanzato di mezzo. Anche gli adulti notavano che i ragazzi non riuscivano a usare nè la parola fidanzatino, che stava addosso come una giacca con le maniche corte, nè la parola fidanzato, che era una cosa che si fa davanti ai genitori. E nessuno di noi voleva fare niente di fronte ai genitori. Ora io non facevo niente neanche alle spalle dei genitori, ma il punto è che in quel nome c'era il tradimento di tutta la segretezza che potevano assorbire i nostri amori.

Fidanzare, ovvero promettere solennemente di fidanzare, e più in particolare promettere sulla fede che una fanciulla sarà concessa in moglie a un uomo, è chiaramente connesso a fede.

Fede, ancora prima, dal sanscrito BANDH, legare. E si capisce perchè la fase precedente al fidanzamento sia fare il filo.
Fede quindi come filo che mi collega a qualcosa che non vedo, che è sempre sul punto di venire.
Prima fai il filo, poi leghi. in questa accezione si sente tutta la necessità del formare un sistema in equilibrio, un elettrone e un protone, una convergenza di elementi che precipitano in unità stabili.
C'è un'altra accezione di fede che la fa provenire sempre dal sanscrito Bhudyate, che ha come participio passato BUDDHA (!)  che vuole dire osservare, conoscere, sapere.
Ribalta quindi la prospettiva della fidanza, del fidanzare e fidanzarsi. Fidanzata o fidanzato non è quindi qualcosa da legare, ma qualcuno/a che si osserva, si conosce e poi si sa.

E sì, a me emoziona più la seconda.

Segnalo il bellissimo sito russo da cui ho preso la foto:

http://www.liveinternet.ru/users/kptnsvobo/quotes/