mercoledì 2 ottobre 2013

Aggressiva

Di solito mi innamoro di persone difficili. Di persone aggressive. Mi piace il modo che hanno - che io non ho e non avrò mai - di muoversi nello spazio in modo deliberato, di affermare la propria presenza nello spazio, quel tremore silenzioso e tremendo che emettono nell'aria che li circonda.

Sin da piccola mi sono accorta di essere diversa da loro. E le persone aggressive non sono petulanti, quella è un'altra specie ancora. 


Le persone aggressive sono bestie dannate eppure affascinanti. Sono forse le prime che hanno affrontato la foresta, il mare aperto, una porta socchiusa, un divieto. Mentre noi miti restavamo sul limitare della foresta, sul porto sicuro, ad origliare dietro la porta, a chinare il capo sulla soglia di un divieto.

Aggredire corrisponde al latino AGGREDI, con AD che indica la direzione e GRADI, andare, camminare. GRADUS vuol dire passo che a sua volta deriva dal sanscrito GRDH-YATI, andare verso appetire. Non vuol dire botte, rispostacce, invettive, vuol dire passo, vuol dire andare avanti. E forse questo, una mite come me non ha mai capito: l'aggressività non è nulla di personale, è un particolare tipo di moto. Vorrei che restassero qua fermi con me gli aggressivi, e invece aggrediscono, vanno avanti. All'inizio voleva dire andare verso una persona per parlare. Questo succede spesso a una parola che cambiando di senso, cambia la realtà stessa. Vedevamo avvicinarsi una persona e la accoglievamo come aggressore. Forse Caino voleva solo scambiare due parole con Abele. Ma abbiamo avuto paura di Caino e Caino se n'è accorto e ha avuto paura di noi ed è diventato un aggressore.
Forse le persone aggressive bisognerebbe lasciarle camminare, a lungo, per l'intero periplo, bisognerebbe lasciarle correre, assalire il vuoto che combattono e forse aggredire tornerebbe ad avere il significato che avevo all'inizio, prima di diventare una parola così aggressiva.

(Stamattina ho trovato questa frase di Rumi: "Raise your words, not voice. It is rain that grows flowers, not thunder.” E mi ricordo mio padre che dopo aver sbraitato mi guardava tremare come una foglia dicendo con sufficienza "non temere, le mie urla sono come il tuono, vedi? non fa niente, è solo suono. E invece no, non è solo suono).