martedì 9 aprile 2013

veemente

Oggi ho fatto yoga antigravity.
E' stata inventata da uno dei Cirque du Soleil. Ed è in pratica qualcosa che provoca in una come me intensa curiosità, seguita da intenso terrore, fino ad arrivare a un'incosciente spinta d'orgoglio che mi porta a posizioni come questa:

o questa:


Nella veemenza si nasconde il mio potere. Di solito è una spinta fastidiosa, qualcosa che turba la mia calma. Ma esiste in me. Gli uomini la odiano la mia veemenza. Le donne la ammirano, ma in fondo in fondo, sanno che sbaglio.

E' curiosa la storia della parola veemente perchè proviene da un participio presente Vehemens che ha "perso" il suo verbo originario. Troppa veemenza gli ha fatto perdere le radici.
La radice di questo verbo perso è forse Vehere, trasportare. Contiene il concetto di movimento.
Significa infine, impetuoso, violento, focoso.
C'è infatti qualcosa nell'antigravity che è solo slancio, pura follia, pezzi di vuoto. L'istruttrice di oggi, troppo bionda, troppo squillante e troppo svampita per aderire al mio stereotipo di insegnate yoga, ci chiedeva di fare posizioni nella mente impossibili, giuro impossibili, poi bastava affidarsi, dare slancio e "cadevi" nella posizione come volando.

Altri invece, con cui comunque concordo, associano Veemente alla parola MENTE, letteralmente che esce di cervello.
Ed è certo che ci vuole una certa dose di veemenza, specialmente per una come me, per fare quella disciplina.
Sono uscita da lì con la nausea e ancora la paura, ma con l'orgoglio di un leone con la sua prima antilope in bocca.

lunedì 8 aprile 2013

condividere

composto di con e dividere.
Incerto e anche faticoso scriverne in questo dopo pranzo di desolante clima senza di te e senza sole.
Contiene un incontro, una separazione e una visione. Con, di, videre, videre come l'unico verbo su cui siamo sicuri, è il latino di vedere. Guardare insieme ma separati. Uno propone - vedere separato-.

Mia madre condivide un sacco di cose su facebook. C'ha il condividere compulsivo. Anche io ho il condividere compulsivo, ho preso tutto da lei. E' un particolare gene che non riesce a sopportare la bellezza di certi doni e ha bisogno di scaricarli anche su altri. E secondo me la condivisione di facebook è l'azione più aderente al vero significato di questa parola. Condividere su facebook infatti presuppone che uno sia da solo. Ti faccio vedere qualcosa che voglio che tu veda insieme a me, ma non saremo insieme. Nello sguardo dell'altro, che non vedo, so di non essere sola.

Anche se oggi, tutto, proprio tutto, compreso il cielo che sembra alitarmi addosso, mi fa sentire un po' sola. E non ho visioni da condividere.


mercoledì 3 aprile 2013

vuoto

è il vuoto che conosco.
il vuoto è la presenza più forte nella mia vita.
Sono piena di vuoto. Affondo le mie mani nel vuoto e offro manciate di vuoto al nulla.
La mia vita non è vuota, c'è il vuoto che è già qualcosa.

Vuoto, come vedovo, , dal latino viduus, privo di.
Vedi il vuoto che c'è dopo - privo di?
è molto vuoto.

Un'altra proposta etimologica per vuoto è voito, dialettale per volto, nel senso di rovesciato.

ma la più accreditata è dal participio VOCITUS, dal verbo vacuare, svuotare.
e poi, anche la pagina del dizionario etimologico online s'interrompe, lascia un vuoto.

Vuoto onomaopeico. Che contiene una cavità a forma di uo, completamente vuota.