domenica 28 ottobre 2018

fine

Quando comincia la fine?
Comincia con la radice FIND o FID che ha il senso di dividere o fendere, onde varrebbe, il punto della fenditura, della divisione, l'orlo, l'estremità.

Prosegue impietoso l'etimologico, che sembra dirmi ma non vedi che è il:
...Punto che segna il termine nello spazio e nel tempo; Punto di là da quale si cessa. E più largamente parte estrema, ultima. Sarah capito? The end, basta, kaputt, c'est termineé.





Dove comincia la fine? Dove inizia la nostra fine?

Inizia quando dal finestrino ti vedo abbassare lo sguardo sul cellulare e voltarti per andare via senza che il mio treno si sia messo in moto? Lì qualche cellula del mio corpo si sente finire in mezzo al petto, o meglio, si spegne.

Finisce quando ti vengo a trovare a sorpresa nel tuo piccolo paese e tu sorridi e facciamo l'amore fortissimo come se fossi felice di vedermi ma sotto sotto in realtà hai paura di qualcosa che non sai?

Finisce quando invece che mandarmi bacini nei messaggi whatsapp mi mandi beijos portoghesi o besitos spagnoli, nella speranza che deterritorializzando il linguaggio anche la nostra storia perda asilo?

Finisce quando il tempo di silenzio tra un messaggio e un altro, tra una chiamata e l'altra, impercettibilmente si allarga come inavvertita procede la deriva dei continenti (quale placca si stacca per prima? E perché?), tu non dici niente, ma quando motivi il tuo silenzio - di questo, di quello, di non ricordo più - la cosa diventa patetica perché mi sento la maestra a cui porti una giustificazione falsificata e mai davvero richiesta. (Non vuoi scrivermi? Non scrivermi, non hai obblighi, sì certo, io guardo la schermata di whatsapp tutto il giorno ma questa è una mia libera scelta, una pratica dell'ossessione che prescinde dalla tua persona e dalle tue vicissitudini quotidiane, fermo restando che nella mia fantasia stai ovviamente scopando con tutte le femmine della pianura padana).

La fine è quell'ultima scopata? Quella bellissima, di mattina, ancora sconosciuti, ancora nel sogno, i corpi che fanno da soli? Quella che anche se mi hai  detto che insomma questo non può essere l'inizio di una relazione e quindi è necessariamente la fine di qualcosa, la fine rimandata a data da fissare -   non sappiamo che è l'ultima perché pensiamo entrambi che di scopate così con me ne puoi fare quante ne vuoi perché io non riesco mai a dirti di no.

Poi la volta successiva, ti dico di no. Prendo il pallone e lo porto via, fine partita. Inizia la mia fine a sorpresa. Che in questo finirsi, sfinirsi a vicenda sembra di cercare il confine tra un'onda e l'altra e non si sa mai. Piango, ti faccio polvere, provo a gridarti via, quando non ci sei. Sai che una volta piango così tanto che sbavo come una bambina? Mi deformo di pianto.

Quando finisce la fine?

Finisce quando ho ripercorso, pianto e archiviato i ricordi?
Quando la smetto di salire su quella passeggiata a Porto Venere, dove a ogni sosta rubiamo i fichi  - tu dai rami più alti allungando un braccio, io arrampicandomi e tagliandomi - vediamo in un rudere dove entrambi pensiamo che potremmo fare l'amore ma poi possiamo gonfiarci ancora di desiderio, abbiamo tutto il tempo per tornare al rifugio, sequestrarci a vicenda a letto e tu mi fai tremare tutto il corpo. Abbiamo tempo. Anche nel ricordo la sensazione è che ho tempo.

Finisce quando li ho cauterizzati i ricordi? Quando li ho resi leggendari? O quando comincio a vedere le storture, le sbavature di copione, le perdite gialle del ricordo, il tuo sedere che un giorno mi ha ricordato quello di un uomo anziano. Il tuo accento che alcuni giorni mi dava fastidio, mi sembrava quello di un uomo ignorante. Il tuo essere fondamentalmente distratto al nostro miracolo.

Finisce quando smetto di ricordarmi che a quest'ora sei al lavoro e tra un paio d'ore stacchi e mi chiami?

Finisce quando ogni tuo inaspettato messaggio - scorretta invasione di campo - smette di farmi vibrare per giorni come una cazzo di campana tibetana?

Finisce quando so dove tumularci? Sulla parete di marmo in un piccolo incavo con foto bombate e leggermente circondate di un alone avorio, con le date? O ci faccio cremazione, per occupare meno spazio possibile con i nostri perfetti corpi di amanti?

Ma davvero non finisce mai niente, nel frattempo succedono cose che danno proporzione alla fine, come l'apocalisse insegna la fine al tramonto.

Volevo davvero scrivere qualcosa sulla fine di un piccolo imbranato amore, ma poi l'unica fine a cui ho pensato oggi è la fine di una ragazza su un materasso, nuda e imbrattata di sperma dalla vita in giù, sbattuta da diversi uomini che godono - probabilmente annoiati - del suo corpo immobilizzato mentre il suo cervello le manda segnali di rilassamento e sonnolenza, le manda segnali di piacere provocati chimicamente mentre non immagina neanche che quella è la sua fine, che quel giorno non ci aveva davvero pensato che sarebbe stata la fine, non esiste neanche la fine quando hai sedici anni, sembra quasi un'impresa da eroi, la fine. Mentre la fine ti prende per sbaglio, non c'è nessun disegno, nessuna intenzione, non posso credere che ci fosse uno schema divino per una fine così, una vittima che non sa che sta per diventarlo in via definitiva e dei carnefici che non si aspettano di essere carnefici o almeno non nel modo che li attende, semplicemente disinteressati alla cosa.

Insomma questa per me è la fine senza fine, non c'è fine al tuo andartene Desirée.