mercoledì 9 gennaio 2013

ABBAN-DONO

Ho abbandonato per lungo tempo questo blog. (Proprio quando ero arrivata ad amarlo). Ho abbandonato altre cose, persone, convinzioni, mezzi progetti, propositi. Di recente hanno abbandonato me. Mentre ero lì che piangevo e piangevo e piangevo ho pensato che la parola abbandono, questa parola che mi perseguita silenziosa ma presente nella mia vita (è incredibile come l'abbandono non mi abbandoni mai) contenga la parola DONO.

Abbandono ha origini incerte: c'è chi lo vuole - ed è verosimile - dal provenzale BANDON, con l'idea di vendere a bando, mettere qualcosa all'asta pubblica. Le altre tesi sono più macchinose. 
La radice del termine BANDO, che in latino vuol dire editto che ha origine nella radice indo-europe, BHA (che è quello che mi viene spesso da dire in questo periodo di abbandono amoroso).

BHA significa apparire, mostrare.
 

Così l'abbandono diventa qualcosa di evidente. Così mi sento sempre venduta al bando. Come se dal primo abbandono la mia messa all'asta fosse evidente a chiunque mi incontrasse. Tutti vedono chi viene abbandonato. Gira per le strade, rimane solo. Le coppie si perdono, come sotto un mantello invisibile, intimo. Chi è abbandonato balza all'occhio come una ferita aperta. 
Qualcuno viene lì davanti, ti guarda, vede il prezzo. Si chiede come mai ancora nessuno ti abbia comprato. Come mai ancora nessuno abbia pagato il prezzo, seppur basso, che il banditore d'asta ti ha assegnato. Poi nel dubbio, ti abbandona, perchè è il tuo destino essere sempre venduto al bando. 

Scusate, ora vado a suicidarmi.
p.s.: questa voce la dedico a mio padre.