giovedì 2 febbraio 2012

NONOSTANTE

Stamattina prima di prendere l'autobus ho preso dalla poltrona rossa un romanzo di Edmondo De Amicis minore - pubblicato da un piccolo editore mantovano - che s'intitola Amore e ginnastica. La gioia candida della neve, il silenzio bianco del mattino mi stuzzicavano certi pruriti da educanda immuni persino all'immonda e coprolalica calca delle nove del mattino su un autobus milanese. E sì, la neve era bella però rendeva tutto anche più drammatico. Insomma leggo la storia d'amore tra il segretario Celzani detto il seminarista, per via del suo aspetto e atteggiamento da prete e la maestra Pedani, larga di spalle, stretta di cintura - il tipo che il segretario Celzani aveva accarezzato nei suoi sogni ardenti di seminarista, la figura che aveva vagheggiato confusamente per tutto il corso della sua calda gioventù castigata.

Non vi posso dire quanto mi fosse grato il cuore, amareggiato da troppe ciniche trasmissioni televisive a ripercorrere i turbamenti quieti e tremendi di anime probe.

Ma è quando ho visto "nonostante" che mi sono commossa.

Era scritto infatti così: non ostante.



Mi è apparso in tutta la sua gloria nascosta. Come avevo potuto dimenticare nella cantilena del parlato, nell'ovvietà di certe considerazione che nonostante altri non è che non ostante, cioè "che non osta" che non impedisce, che non contrasta.

E' talmente mansueto nonostante da non ostacolare persino la nostra superficialità nell'usarlo a sproposito.

Oggi un tipo mi ha dato della cicciona perchè con la mia bici in contromano con il rosso gli impedivo di procedere con il suo motorino nel senso opposto. Se fossi stata non ostante invece che ostante forse si sarebbe trattenuto dal saturare tutta la sua rabbia e frustrazione emettendo un verdetto sibilante e crudele sulle mie fattezze che il De Amicis non esiterebbe a definire simili a quelle di una statua.



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