lunedì 5 marzo 2012

BRUTTO

Insomma, domenica ero in metrò. Sale a una fermata, appena prima di Garibaldi una zingara molto brutta. I denti storti, distanti, gli occhiali molto spessi, i capelli unti e ripartiti in due metà uguali sul viso a evidenziare la totale asimmetria del viso smunto.
Poi da una cassa che portava nello zainetto si è diffusa nel nostro treno ed era la tipica base da metropolitana che storpia senza pietà i pezzi più belli della musica contemporanea. Stavolta era un pezzo di Bocelli che non amo particolarmente e che comunque rientrava con armonia nel programma di distruzione della musica italiana.

Una voce d'angelo, una meraviglia, un trasporto, una leggerezza, chiudevo gli occhi ed era bellissima.
ma davvero bella.
Persino quella canzone mediocre e inutile, con i suoi suoni diventava uno struggente e malinconico canto balcanico.
Però restava brutta.
Brutto, raddoppiata la t, deriva da BRUTUS, inerte, insensato, connesso al greco BARUS, grave pesante. Ancora indietro nel sanscrito GARU, grave.
Altri invece ricollega brutto all'alto tedesco BRUTTAN, spaventare.

Spiacevole a vedersi e udirsi, dice l'etimologico.
Ma quanto era bella quella zingara brutta.
Ho anche pianto.

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