venerdì 30 marzo 2012

FUKUSHIMA

Siccome sono una persona fortunata, oggi mi trovavo a leggere un bellissimo manoscritto che parla anche di Fukushima ma in forma narrativa. Ad un certo punto leggo: Fukushima means "Happy Island". Fukushima significa Isola Felice.

E a parte le tragicomiche riflessioni che si possono fare sulla Storia che ha sempre il beffardo sorriso del Joker - quell'ostinazione ottusa che ci costringe a nominare i quartieri più orridi con appellativi felici come via dei ciclamini in luoghi dove non potrebbero crescere mai, o cittadine americane felici Paradise o Sunshine, posti dove se ti va bene tuo figlio si droga, se ti va meglio prende a fucilate i compagni di classe.

A parte questo considerazioni, mi sono resa conto del perchè preferisco la narrativa al giornalismo. E' il tempo di riflessione. E' una cosa che noto anche nelle persone: quelle che mi piacciono di più, di solito, ci mettono qualche secondo in più a rispondere a una domanda. Di solito perchè pensano veramente a quello che dicono, di solito perchè aspettano una risposta dell'intuito oltre che del cervello, di solito perchè stanno riflettendo davvero su quello che tu hai detto. La narrativa fa lo stesso.
Il giornalismo invece fa così: succede qualcosa, ti dice, ti conta i morti, ti spiega chi, cosa, dove, quando, perchè. La narrativa invece aspetta un po' di più e ti dice cose apparentemente inutili come il significato del nome di un posto, inezie che invece dilatano la percezione degli eventi, ne rivelano un disegno.

Inezie che raccontano il tempo in profondità.


giovedì 29 marzo 2012

SMOG

Smog è una parola inglese composta dai due termini: smoke, fumo e fog, nebbia. Si riferisce a tempi in cui le fabbriche rilasciavano miasmi, fumo di carbon coke e in cui però non era ancora stata flagellata la nebbia. Diciamo che smog non è una parola che può veramente descrivere lo stato attuale delle cosa. Ora, vista la quantità di sostanze che arreda l'aria di Milano in questi giorni, giorni in cui Ataualpa non ci concede pioggia, possiamo ipotizzare parole mostro ben più lunghe e complesse. Monocarbondimetilsolfatoradicalossidrilebenzoapirene. Altro che smog.

Sto cominciando ad avere veramente paura in questi giorni per la qualità dell'aria, sento un pizzicore fastidioso alla gola, gli occhi mi bruciano e però io sono matta, amo la città da morire, letteralmente.


sabato 24 marzo 2012

DOPIE

basta con la tirania dele dopie! le parole senza dopie sono rilasanti, si capiscono e sono più legere.
ariverà un giorno in cui abandoneremo questo obligo oprimente e saremo alegri e sdopiati.
Che spaso la vita senza dopie.

mercoledì 21 marzo 2012

SILENZIO

Oggi, per godermi la convalescenza, guardavo su Rai sport le qualifiche di ginnastica ritmica per le Olimpiadi. Senza l'audio però. Perchè mi piacciono di più. Di solito anzi quando sono malata, il brusio della televisione tiene lontana la malinconia del morbo ma la purezza dei salti dei ginnasti e delle ginnaste si gode meglio nel silenzio. C'è qualcosa di addirittura mistico nell'immaginare i suoni di queste acrobazie, il respiro, gli sbuffi, le ginocchia che scricchiolano al ritorno dalle giravolte, lo struscio epidermico lineolitico. Il corpo elastico che tende oltre ogni spasimo i propri limiti superando il dolore, proprio là dove il dolore è muto.
Perciò in silenzio.

Silenzio deriva dal latino SILENTIUM da SILERE, tacere che alcuni fa derivare proprio dall'onomatopeico ssssssss che tutti assilenzia, ma che in realtà ha relazione con la radice indo-europea SI- legare che spicca nel sanscrito sinomi, lego, nello slavo, silo, laccio.

Il silenzio è un legame.

mercoledì 14 marzo 2012

TANGO

infinite etimologie per tango:

dal francese tangage, che significa beccheggio, movimento oscillatorio.

dal verbo tangere, toccare.

è una città del Giappone: le comunità nipponiche trasferitesi a Cuba nel XIX secolo avrebbero esportato il termine.

è un termine spagnolo che significa ossicino. (?)

deriva da fandango, antica danza andalusa.

tanguillo, flamenco spagnolo.

deriva da tambo, tamburo africano.

stasera ho ballato il tango. Visto che chiunque ha dato un etimo a tango ci aggiungo il mio: DROGA.

lunedì 12 marzo 2012

PRESTIGIO

si produce con destrezza di mano, quindi con illusione e fallacia di mezzi. deriva forse da PRAESTRINGERE, stringere, figurato in abbagliare. Oppure possiamo scomporlo nel latino PRAESTO, nel senso di pronto e IGERE, AGERE, fare. E' un giuoco di destrezza. Eppure anche in sere come queste il desiderio di prestigio mi gioca il suo solito scherzo. Ma tutto questo inganno nasconde una promessa di parola. Prestare, che vive dentro prestigio, PRAESTARE, stare di fronte, stare innanzi. E' ciò che è, prestigio è quell'illusione che la vita ti dà in prestito e che ti sta di fronte.


sabato 10 marzo 2012

EDITORE

I giorni mi attraversano veloci. Sto lavorando da un editore. Siccome ho anche un bizzarro rapporto con il cibo mi sono spesso chiesta se la mia permanenza in ambito editoriale non fosse una malcelata incomprensione lessicale.

Stuzzicata dal termine "edibile", sono andata a vedere se ci fossero connessioni tra editoria e mangiare. Editore, da edito, da EDITUS: termine latino participio passata di E-DERE metter fuori, composto di E fuori, e DERE per DARE, dare esporre. Quindi portare alla luce.

E' buffo che edibile, cioè commestibile, derivi proprio da EDERE latino di mangiare, adottato in italiano come termine tecnico.

Sono due diversi EDERE?

Eppure questo si fa in casa editrice, si fagocita pensiero e si digeriscono libri.
Pascoli di redattori che ruminano con psicomandibole intere praterie di frasi sconnesse, scritte in italiano talvolta sciatto che ha bisogno di stomaci forti.

mercoledì 7 marzo 2012

NEUTRO

Ieri una mia amica fisico mi diceva che noi siamo bombardati da neutrini tutto il giorno e non ce ne accorgiamo. Loro in pratica hanno uno scintillatore a 1500 metri sotto terra dove appena arriva un neutrino se ne accorgono perchè il neutrino smuove un fotone di luce e il neutrino è l'unico che riesce ad arrivare fino a 1500 metri sotto terra.

Stamattina passeggiavo sotto il sole pallido e immaginavo milioni di neutrini attraversarmi indifferenti.
E pensavo che neutro è una di quelle parole che dicono proprio quello che vogliono dire, è una parola così neutra.

Neutro deriva da NEUTRUM che è l'accusativo di NEUTER: NE, che vuol dire non e UTER che sta per CUTER a sua volta QUOTERUS = in greco ionico koteros che si confronta con il sanscrito kataras, che vuol dire chi dei due? e poi trova riscontro anche nel gotico hvatar (ricorda niente a nessuno avatar?), nell'alto tedesco hwedar, a loro volta tutti in comune con la radice sanscrita: KAS, chi?

Che è poi la stessa domanda che fanno i fisici ai neutrini: chi siete voi?

lunedì 5 marzo 2012

BRUTTO

Insomma, domenica ero in metrò. Sale a una fermata, appena prima di Garibaldi una zingara molto brutta. I denti storti, distanti, gli occhiali molto spessi, i capelli unti e ripartiti in due metà uguali sul viso a evidenziare la totale asimmetria del viso smunto.
Poi da una cassa che portava nello zainetto si è diffusa nel nostro treno ed era la tipica base da metropolitana che storpia senza pietà i pezzi più belli della musica contemporanea. Stavolta era un pezzo di Bocelli che non amo particolarmente e che comunque rientrava con armonia nel programma di distruzione della musica italiana.

Una voce d'angelo, una meraviglia, un trasporto, una leggerezza, chiudevo gli occhi ed era bellissima.
ma davvero bella.
Persino quella canzone mediocre e inutile, con i suoi suoni diventava uno struggente e malinconico canto balcanico.
Però restava brutta.
Brutto, raddoppiata la t, deriva da BRUTUS, inerte, insensato, connesso al greco BARUS, grave pesante. Ancora indietro nel sanscrito GARU, grave.
Altri invece ricollega brutto all'alto tedesco BRUTTAN, spaventare.

Spiacevole a vedersi e udirsi, dice l'etimologico.
Ma quanto era bella quella zingara brutta.
Ho anche pianto.

sabato 3 marzo 2012

CONVULSO

sbaglio il suo nome, è uno scrittore importante, gli scrivo mi scusi, sono giorni convulsi. Mentre lo scrivo penso, vedrai, mi perdona, come si può non perdonare qualcuno che usa la parola convulso.

poi un mio amico mi scrive, scusa, sono stati giorni convulsi. E gli rispondo che bello, anche tu usi la parola convulso - e già consolido nel mio cuore un'amicizia suggellata nella convulsione. Un club segreto convulso.
participio passato di convellere - stirare violentemente. Cum- con e vellere - strappare con la forza.

il dizionario etimologico però carica il significato figurato del termine che definisce uno stile, un pensiero o un immagine che ha dello strano, del disordinato, studiato per rappresentare passioni violente sebbene non veramente sentite.

Ci vedrete a noi convulsi, attraversare le nostre giornate con fare melodrammatico, strappati pezzo a pezzo, e di nascosto ridere di voi che patite per le nostre convulsioni.

Stasera ho visto l'angelo sterminatore, se rinasco voglio essere Bunuel.

giovedì 1 marzo 2012

costanza

Ancora torno su queste parole. Costante che è il participio presente di Con-stare, stare insieme e indi stare fermo, invariabile. Costante è colui che sta saldo nel suo sentimento, volere, affetto, fede e simili.

Quanto mi costa la costanza.